Innovation Manager in azienda (Knowledge Model)

“Gestire l’innovazione in una azienda, è fare in modo che quest’ultima possa esprimere il proprio business al meglio del “potenziale distintivo” e intraprendere la navigazione in “oceani blu”, dove è ancora possibile inventare il proprio futuro”.  (Giovanni Mappa, 2020)

Il Knowledge Model dell’Innovation Manager che opera all’interno di una azienda, si basa su diversi livelli operativi:

    1. sviluppo della cultura e della consapevolezza del cambiamento come fattore di benessere per le risorse coinvolte e per l’impresa;
    2. l’individuazione del dove siamo e come possiamo “distinguerci nel nostro mercato di riferimento (AS-IS);
    3. la definizione di strategie di breve-medio e lungo termine sostenibili per lo sviluppo del business così come lo “desideriamo”  (TO-BE);
    4. la definizione degli strumenti e delle tecnologie innovative che possono supportare tale sviluppo;
    5. il monitoraggio e adattamento continuo della rotta del business (v. Balanced Scorecard).

L’Innovation Manager ha innanzi tutto il ruolo del “facilitatore” dei processi che portano allo sviluppo dell’innovazione, nonché il ruolo del  “coach“, in relazione al “bilanciamento delle competenze e delle tecnologie innovative” di supporto.

 

TALENTI Interdisciplinari: “Interdisciplinary Learning” e “STEMamesimo”

Comunicazione Interdisciplinare –Metodologie e Algoritmi di Comunicazione Proattiva e Apprendimento Interdisciplinare

La “Comunicazione Interdisciplinare”  può essere definita come il binomio di due fattori sinergici: la comunicazione proattiva e l’apprendimento interdisciplinareSaper comunicare non significa essere necessariamente oratori, ma essere abili nell’arrivare agli interlocutori, nel superare le possibili barriere linguistiche o culturali, nel generare una partecipazione emotiva; ma ancora più importante, nell’ottenere il “risultato” auspicato: un contratto, un coinvolgimento, un riconoscimento, ecc.

Comunicare in maniera efficace è come rispettare le “partiture” di una composizione musicale: esiste la scelta delle note (parole) con la loro durata temporale, le pause, il ritmo, gli accordi, ecc.  Entrano in gioco diversi strumenti musicali (interlocutori), ciascuno con il proprio suono distintivo (altezza, timbro, intensità), ma che combinato a quello degli altri nel rispetto di opportune dinamiche e sintonie, fanno sì che la composizione musicale (risultato) risulti efficace e generi emozioni. Se è il pentagramma è il codice di riferimento (linguaggio comune) per tutti gli strumenti dell’orchestra, è il direttore d’orchestra (coordinatore interdisciplinare) a preparare (exAnte), a guidare verso il risultato e a verificare (exPost) il raggiungimento degli obiettivi e gli effetti emozionali prodotti. In analogia, in una riunione di lavoro dove possono essere presenti diversi interlocutori con differenti culture o competenze (ad es.: un medico, un ingegnere, un biologo e un amministrativo), che discutono su un tema “trasversale”, sarebbe molto difficile dialogare e soprattutto, trarre una sintesi conclusiva condivisa sulle azioni da intraprendere, se non ci fosse a farlo, almeno un coordinatore interdisciplinare (direttore d’orchestra) in grado di comprendere il linguaggio e le motivazioni di tutti, per convergere ad un risultato “win-win”.

Come nel caso del “direttore di orchestra”, che deve innanzi tutto “preparare” il concerto con i diversi componenti (azione exAnte proattiva), deve “condurre” (al risultato)  il concerto e deve “concluderlo” (ex-post) cercando di ottenere la risposta del pubblico, in questo libretto saranno trattate le “dinamiche” di cui si compone una comunicazione professionale efficace in contesti multidisciplinari e complessi (comunicazione interdisciplinare) e il “linguaggio comune” (interdisciplinare) che è possibile utilizzare “per comprendere e farsi comprendere”, basato su un originale e innovativo utilizzo di “modelli di conoscenza” e di “analogie concettuali”.

Si propone una “cassetta degli attrezzi”, ovvero un insieme di metodologie e strumenti per lo sviluppo individuale e di gruppo di una comunicazione professionale più funzionale ed efficace, in grado di rapportarsi con più discipline o “saperi”, per integrare i diversi “punti di vista” in una sintesi concettuale conclusiva, in grado di valorizzare ciò che “unisce” e di minimizzare ciò che “divide”.

La “Comunicazione Interdisciplinare”, favorendo il superamento delle barriere culturali e di linguaggio in scenari multiculturali o interdisciplinari, mira soprattutto al raggiungimento di specifici obiettivi.